Note positive

Cos’è?

Parte Note Positive, nuo­vo pro­get­to for­ma­ti­vo musi­ca­le rivol­to a cir­ca 1000 mino­ri e gio­va­ni a rischio che sino al 27 dicem­bre pre­ve­de labo­ra­to­ri musi­ca­li a San Severo, Foggia, Barletta, Bitonto, Palo del Colle, Adelfia, Mola di Bari, Ceglie Messapica, Massafra e Surbo. Note Positive, pro­mos­so dal­la Regione Puglia e attua­to dal Teatro Pubblico Pugliese nel­l’am­bi­to del PON Legalità rea­liz­za­to nel pro­get­to ​“INTEGRAZIONE/​FORMAZIONE MUSICALE” del pro­gram­ma ope­ra­ti­vo ​“lega­li­tà” FESR/​FSE 2014 – 2020, pre­ve­de la crea­zio­ne di orche­stre, street band, cori e ban­de e lezio­ni di can­to, rap, rock e blues con l’uso del­la didat­ti­ca reticolare.

Il pro­get­to, attra­ver­so per­cor­si for­ma­ti­vi fina­liz­za­ti alla pre­ven­zio­ne e rein­se­ri­men­to socia­le, inten­de sen­si­bi­liz­za­re i gio­va­ni al tema del­la lega­li­tà e favo­ri­re la socia­liz­za­zio­ne e l’espressione libe­ra dei gio­va­ni partecipanti.

L’intervista

ad Andrea Gargiulo, diret­to­re arti­sti­co del pro­get­to Note Positive

TRASCRIZIONE: ​“Un pro­get­to del gene­re [ndc. Note Positive] ha il biso­gno di crea­re l’opportunità di leg­ger­si in manie­ra diver­sa. Noi dicia­mo di tirar fuo­ri la par­te miglio­re di sé stes­si. […] Tu sei por­ta­to a con­fron­tar­ti con gli altri, a met­ter­ti in rela­zio­ne con gli altri, ma anche a rispet­ta­re un siste­ma di rego­le non impo­sto ma con­di­vi­so […] Nell’istante in cui l’altro si espri­me c’è un com­ple­ta­men­to […] di quel­lo che è sta­to fat­to […] Non è più l’esecuzione del bra­no ma è impa­ra­re a vive­re in una socie­tà dove ognu­no di noi è por­ta­to­re di un pez­zet­to di bel­lez­za che deve met­te­re in armo­nia con gli altri.”

“L’idea del­la didat­ti­ca reti­co­la­re è un’idea che ha più pun­ti di rife­ri­men­to. A par­ti­re pro­prio da noi inse­gnan­ti che diven­tia­mo dei faci­li­ta­to­ri di oppor­tu­ni­tà e non colo­ro che tra­va­sa­no del­le cono­scen­ze negli altri. Delle pos­si­bi­li­tà che ti per­met­to­no di non ave­re del­le rispo­ste ma di saper for­mu­la­re del­le doman­de. Di non ave­re del­le sicu­rez­ze, ma di sape­re dove anda­re a cer­ca­re del­le rispo­ste prov­vi­so­rie che, nel frat­tem­po, ti per­met­to­no di accet­tar­ti e di accet­ta­re un’interpretazione del­la real­tà che diven­ta a quel pun­to la tua inter­pre­ta­zio­ne del­la real­tà. Giusta per­ché tua, e per­so­na­le.”

“E quin­di è fon­da­men­ta­le che ognu­no di noi esca dall’idea che esi­sta un arche­ti­po […], che esi­ste un qual­co­sa che si deve fare solo in quel­la maniera.”

“Ognuno di noi deve man­te­ner­si quel­la liber­tà di vive­re un’opportunità, diver­sa. Un’opportunità sem­pre viva, sem­pre feli­ce, sem­pre can­gian­te. […] È bel­lo pen­sa­re che oggi, final­men­te, si esca dall’idea che, per ave­re una socie­tà giu­sta e sen­za delin­quen­za, non si deb­ba ricor­re­re solo alla repres­sio­ne del rea­to ma, soprat­tut­to, all’educazione [ndc. gra­zie ad un approc­cio spe­ri­men­ta­le, rap­pre­sen­ta­to dal­la didat­ti­ca reti­co­la­re]. E que­sto è il nostro pic­co­lo sogno.”

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